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domenica 15 giugno 2008

La Crescita delle PMI


In questo post non voglio parlare della solita teoria della crescita aziendale (crescita esterna, interna, etc etc.....).
Voglio partire dal presupposto per cui "un'impresa o cresce o muore, non esiste lo stallo....".
Questo è evidente perchè se un'impresa è "sana" non ha problemi a svilupparsi ed ad accrescere il proprio business e di conseguenza se un'azienda non funziona a buon motivo deve chiudere (un principio che può sembrare spietatamente Darwiniano ma è l'unico sostenibile nel lungo periodo) il punto cruciale è: l'impresa che non cresce e non muore (stalla) che deve fare?
Secondo me la situazione di stallo può derivare nel caso di un'impresa sana da una cattiva gestione perchè:
  1. se il mercato è ormai maturo il management deve necessariamente rinnovare il business cercando mercati emergenti;
  2. mentre se il mercato ha ancora prospettive di crescita la situazione di stallo si tradurrà in perdite diquote di mercato con tutte le conseguenze del caso;
Sia nel primo che nel secondo caso la colpa ricade sempre sul management.
Adesso vorrei passare a porre l'attenzione sulla Piccola e Media Impresa italiana.
Storicamente la piccola impresa italiana nasce dall'artigianato e si sviluppa grazie al successo dei propri prodotti diventanto industria. Qui nascono i problemi!
L'industria differisce dall'artigianato non solo per i volumi ma anche dall'organizzazione del lavoro sia quella tradionale del Taylorismo e Fordismo sia quella più moderna dell'organizzazione aziendale e della gestione dei dati ed informazioni.
Se si gestisce l'industria con i principi dell'artiginato (situazione molto frequente) non si hanno le possibilità di crescere e se il prodotto comunque è valido ci si dirige verso lo stallo.
Diventa fondamentale portare nella neonata industria la cultura aziendale ed industriale sciogliendo i vecchi paradigmi dell'artigianato e cercando di orientarsi ad una nuova visione e concezione del proprio business.
Diventa quindi essenziale trovare un posizionamento strategico per capire quali sono i diretti competitor, quale siano le esigenze della clientela da soddisfare, il come soddisfarle dovrebbe essere cosa nota......
Ma questo non basta, è solo il primo passo verso la visione industriale della propria impresa.
La seconda rivoluzione è la cultura dell'informazione cioè quell'approccio sistemico alla gestione dei dati e dell'informazione che deve essere la base di ogni processo decisionale dell'impresa.
Basta alle decisioni emotive!!!! Si alle decisioni razionali fondate su dati oggettivi!!!!
Ora siamo a buon punto.... Abbiamo posto le basi solide per una corretta crescita aziendale......

domenica 8 giugno 2008

Ingegnere Gestionale: Moda o Necessità?


Premesso che i VERI INGEGNERI GESTIONALI sono solamente quelli che provengono da certi Atenei, scrivo questo post alla luce di alcune discussioni lette su di un forum.
L'argomento della discussione verte sulla controversa figura dell'ingegnere gestionale.
Per citare un famoso autore "Chi è costui?" (questa volta non è Carneade....)
Prima di rispondere all'enigma "Moda o Necessità?" vorrei spiegare in cosa consiste la figura dell'ingegnere gestionale.
Se vogliamo provare a dare una definizione da ingegneri è colui che "progetta la gestione" delle aziende; ma per dare una spiegazione più completa e consona è una figura creata appunto per "gestire" i processi, il business, le aziende e non solo. Infatti le peculiarità maggiormente sviluppate nel percorso formativo (grazie anche alla formazione tipica dell'ingegnere) sono il decision making ed il problem solving che permettono di approcciare problemi particolari come quelli della gestione aziendale.
Detto ciò si può provare a risolvere l'enigma in questione.
Ormai la maggior parte delle aziende, sia grandi che piccole, conoscono l'esistenza di questa figura ed affascinate hanno iniziato ad assumere ingegneri gestionali.
Ma con quale logica?
Secondo me l'ingegnere gestionale è adatta ad ogni tipo di azienda di qualsiasi settore industriale, sia grande che piccola.Questo perchè la formazione dell'ingegnere gestionale non è industry specifica ma è una formazione prettamente manageriale ed il management non dipende dal settore industriale.
La dimensione dell'impresa inoltre non è un problema poichè qualunque impresa necessità di management, ovviamente organizzato in modo diverso e con peculiarità diverse.
Quindi finora sembrerebbe una necessità, MA l'aspetto fondamentale è "cosa ci si aspetta da un ingegnere gestioanle?".
Come dicevo precedentemente l'appeal di questa figura può portare alcune aziende ad un'assunzione inutile.
Questo perchè se si assume un ingegnere gestionale senza comprendere l'apporto che può dare all'organizzazione questa è un'assunzione INUTILE.
Questo accade specialmente nelle piccole imprese poichè manca la cultura industriale e mancando insieme alla cultura anche la sensibilità ai cambiamenti dei mercati non si può comprendere l'utilità dell'ingegnere gestionale.
In questo modo non si sfrutta un'importante occasione per cambiare verso una gestione sistematica del business, cambiare cultura ed innovare i processi e l'organizzazione.
Per la piccola impresa l'ingegnere gestionale rappresenta la cultura aziendale necessaria per creare un ambiente idoneo a competere nelle dure sfide dei mercati.
Essere "piccoli" non è un alibi per non avere: una visione startegica, un posizionamento competitivo ben definito, una cultura dei dati e delle informazioni necessaria prendere le decisioni di tutti i giorni, una sensibilità al cambiamento e all'innovazione.
Essere "piccoli" non vuol dire rimanere "piccoli" perchè l'impresa o cresce o muore non esiste rimanere uguali!
Se si rimane uguali qualcosa non funziona e qui serve innovazione e cambiamento nel management serva nuova linfa vitale e una spinta propulsiva: questo lo può portare un ingegnere gestionale.
Ma questo deve essere supportato con un forte commitment dalla proprietà che deve aver capito questa NECESSITA' altrimente "il gestionale" non serve, ed ai dipendenti è consigliato iniziare atrovare un altro datore di lavoro.
Quindi l'ingegnere gestionale è MODA per chi "ne ha sentito parlare e ci vuole perchè l'azienda a fianco ce l'ha...." è NECESSITA' per chi vuole fare il salto di qualità ed ambire ad essere competitivi e vincere le sfide dei mercati!

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