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giovedì 24 dicembre 2009

Una Questione di competitività

Marchionne ha presentato il nuovo piano industriale del Gruppo Fiat per l'Italia. Piano ambizioso che prevede investimenti per 8 miliardi di €. Di questi tempi il piano è senza dubbio ambizioso ma il problema chiave è la competitività.
Già, per stare sul mercato si deve essere competitivi e la struttura del Gruppo torinese ha delle sacche di inefficienza in stabilimenti che lamentano carenze strutturali e diseconomie. Infatti l'a.d. di FIAT reclama una bassa saturazione degli impianti da cui si generano queste inefficienze che limitano la competitività del gruppo sul mercato. La chiusura degli stabilimenti incriminati (Termini Imerese e forse Pomigliano d'Arco) lascerebbe a casa molti dipendenti in aree geografiche del paese problematiche. Risulta dunque alquanto complesso conciliare la responsabilità sociale del Gruppo senza che questo ne risulti in qualche modo penalizzato rispetto ai concorrenti. In questo momento si stanno scontando scelte poco lungimiranti prese nel passato sull'euforia dell'assistenzialismo statale in cui spesso per scelta lo Stato copriva delle inefficienze industriali per garantire un certo welfare in aree depresse del paese. Ora questo tempo è finito ed è giusto consentire alle imprese di rincorrere la propria competitività senza lasciarsi ingabbiare in pericolosi giochi etici, pena l'esistenza stessa dell'azienda (che in caso di scomparsa produrrebbe danni maggiori).
Non vogliamo più Gruppi industriali che sono degli ammortizzatori sociali come la vecchia Alitalia che non aveva ragion di esistere se non perchè lo stato copriva le carenze e dava occupazione. La FIAT ha iniziato a funzionare proprio quando lo Stato si è levato dai piedi e si è dato spazio a persone competenti e preparate!

mercoledì 9 dicembre 2009

I Dinosauri del Business italiano

Un commento sulla lettera di De Benedetti al Sole 24 Ore:
De Benedetti ha capito ben poco di Internet; un modo dove il paradigma free decreta il successo o l'insucceso di ogni iniziativa.
Chris Anderson, noto per la sua Long Tail e per essere il direttore di Wired USA, ci ha scritto un libro sul paradigma free e come questo possa essere profittevole.
Ma De Benedetti è abituato al sistema Italia dove la competitività dell'impresa prescinde dall'attenzione al consumatore ma si predilige l'appoggio politico per smaltire gli obsoleti.
In un contesto del genere la sua lettera non ha alcun significato! E' soltanto il lamento di un vecchio dinosauro che pretende che qualcun altro difenda la sua rendita di posizione perchè non è capace di fronteggiare i nuovi Titani del web.
Nonostante Google abbia fondato la propria esistenza sull'advertising non vende la propria homepage (nonostante sia la pagina più visitata del web, e forse dal valore inestimabile); perchè c'è chi crede nella qualità del servizio che eroga ed è disposto a pagare per avere una miglior posizione nei risultati delle ricerche.
De Benedetti non capisce che ha molto da guadagnare da Google ma non chiedendo direttamente soldi alla Big G ma sfruttando il traffico che Big G gli regala. Problemi dei vecchi dinosauri italici.

giovedì 3 dicembre 2009

Tra Democrazia diretta e management: il Bilancio partecipato


Il Bilancio Partecipato è un’espressione della partecipazione dei cittadini nelle azioni di governo della città di San Benedetto del Tronto.

Questo è uno strumento che serve a far fronte alle richieste portate avanti dalla popolazione per mezzo dei comitati di quartiere.

Sarebbe opportuno non considerare le richieste di interventi di manutenzione ordinaria in quanto questa deve essere garantita dall’amministrazione a priori in quanto servizio minimo per il corretto uso delle infrastrutture.

Coerentemente con gli intenti del Bilancio Partecipato è opportuno considerare una metodologia di ripartizione equa del budget disponibile tra le richieste presentate.

Essendo le richieste presentate direttamente dalla popolazione per mezzo dei comitati di quartiere esse appaiono tutte come legittime ma essendo il budget a disposizione ben determinato è necessario individuare delle priorità di assegnazione delle risorse.

Il criterio proposto di conferimento delle priorità in linea con la filosofia del Bilancio Partecipato è composto da vari driver come per esempio il numero di cittadini che beneficia della realizzazione della richiesta presentata, degli attributi categorici che possano esprimere la necessità di una sorta di “volano per il quartiere” e dei driver che tengano conto della spesa passata in un determinato quartiere per far si che a rotazione si possa portare avanti un discorso di riqualificazione omogeneo in tutta la città. Dunque verrà aggiudicata una priorità maggiore a quelle richieste o progetti che realizzano opere con l’indice proposto più adeguato

Affinché il budget non sia interamente consumato da un unico quartiere si può considerare di provvedere ad escludere dalle priorità un ulteriore progetto del quartiere che si è già visto assegnare delle risorse finché anche tutte gli altri comitati abbiano ricevuto delle risorse per poter realizzare le loro richieste. Questo processo può essere reiterato ciclicamente fino al termine delle risorse rese disponibili nel budget del Bilancio Partecipato.

Il modello di assegnazione proposto è un adattamento della metodologia Zero Based Budget che si occupa di gestire l’ammontare e l’assegnazione delle spese discrezionali.

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