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mercoledì 27 gennaio 2010

Le priorità del business per il 2010















  1. Migliorare i processi di Business
  2. Ridurre i costi aziendali
  3. Aumentare l'uso di informazioni ed analisi
  4. Aumentare la produttività del personale
  5. Conquistare e manternere nuovi clienti
  6. Gestire le iniziative del cambiamento
  7. Aumentare l'innovazione
  8. Migliorare la focalizzazione sui clienti e mercati
  9. Consolidare le attività
  10. Migliorare il rapporto con i clienti
(Fonte: Gartner EXP)

Fin qui nulla di nuovo sotto il sole, priorità ever green a cui mi sento di aggiungere un'attenzione alla struttura patrimoniale delle imprese che in uscita dalla crisi possono avere dei dissesti nel rapport Debito/Equity e risulta importante bilanciare opportunamente questa frazione al fine di evitare errori che hanno poi portato molte aziende a subire il credit crunch.

mercoledì 20 gennaio 2010

Facile dare dei Bamboccioni quando si è Ministri


Ci ha già provato T. Padoa Schioppa con la sua infelice uscita sui "Bamboccioni", ora ci riprova il ministro Brunetta con "fuori di casa a 18 anni".
Io m i domando ma con quale coraggio fanno certe esclamazioni?
Rivolgersi in questo modo ad una generazione che vede privarsi della pensione di anzianità, del TFR e che ha subito maggiormente le cause della crisi finanziaria (secondo i dati OCSE) è sicuramente un atto incosciente di chi non si rende conto delle difficoltà che hanno i giovani nel Sistema Italia.
Carenza di opportunità di lavoro e quei pochi fortunati hanno oferte di lavoro insostenibili come stage retributi a 700€ mese senza buoni pasto!
Ma la guerra al futuro dei giovani è bipartisan: sia destra che sinistra se la prendono con i giovani come se fossero stati loro a creare il terzo debito pubblico del mondo!
Magari con stipendi e benefits da Ministro è più facile non fare i bamboccioni.

mercoledì 13 gennaio 2010

Lo scenario post-crisi


I trend negativi della crisi sembrano ormai superati (sebbene sia ancora diffidente) ed è ora di cercare di capire cosa sia cambiato.
Innanzitutto si è maggiormente accentuata la concorrenza pressando il mercato, un’accelerazione del cambiamento che mina alla radice modelli di business consolidati ed infine la conoscenza diventa sempre di più una commodity ed erode i vantaggi competitivi del know how, un tempo fattore distintivo delle imprese di successo.
Analizziamo punto per punto gli elementi presentati: ormai sul mercato globale non si stanno più affacciando le realtà del far –east (Cina, India, Vietnam…) ma anche altri Paesi dell’America Latina (Brasile) e la Russia che si è svegliata dal suo torpore insieme ad altri paesi emergenti del centro Asia.
Questi nuovi attori che si affacciano sul mercato globale presentano ognuno dei vantaggi competitivi (chi dispone di forza lavoro a basso costo, chi di ingenti risorse naturali….) che rendono la competizione ancora più pressante.
Di fronte a questa situazione il cambiamento diventa il paradigma per la sopravvivenza dell’azienda e quindi la necessità di essere reattivi alle mutazioni del mercato comporta evoluzioni continui dei modelli di business.
Infine grazie alle moderne tecnologie di comunicazione la conoscenza diventa una commodity in questo modo molte aziende hanno perso importante vantaggi competitivi.
A mio parere un’importante leva su cui poter agire è l’attenzione alle necessità l’interazione con il cliente. Questa leva deve essere utilizzata soprattutto per guidare la creatività e di conseguenza l’innovazione aziendale in modo da poter sempre inseguire e soddisfare le richieste dei clienti.

lunedì 4 gennaio 2010

Modelli di business per la rete

Chris Anderson (direttore di Wired USA e famoso inoltre per aver coniato il termine Long Tail) nel suo ultimo elaborato denominato FREE analizza i possibili business model adatti per chi vuole operare con successo nel web.
Assodato che il paradigma vincente in internet è l'offerta di servizi in maniera gratuita si cerca di capire quale possano essere modelli di business in grado di garantire il paradigma free almeno per i servizi base e che al tempo stesso possano garantire l'esistenza dell'attività imprenditoriale.
Anderson propone 4 principali modelli.
Il primo (FREE1) propone una sussidiazione incrociata diretta cioè il caso in cui si può avere un prodotto/servizio gratuitamente mentre un'altro prodotto/servizio si deve pagare. I proventi dalla vendita del secondo prodotto/servizio servono per sostenere l'attività imprenditoriale e consentire un qualche margine di retribuzione per la remunerazione del capitale di rischio.
Il secondo (FREE2) invece prevede l'erogazione di un prodotto/servizio gratuitamente sul mercato, i ricavi avvengono su un'altro fronte ovvero sulla vendita di visibilità (o spazi visibili) ad un terzo attore che a sua volta vende prodotti/servizi sul mercato. Dunque chi eroga il prodotto/servizio gratuitamente in realtà vende un altro prodotto ad un terzo attore che serve per giustificare l'esistenza dell'iniziativa. Questo è il principale modello usato finora su internet ed ha fatto la fortuna delle principali dot.com.
Il terzo modello (FREE3) è denominato Freemium cioè un modello che sfrutta il concetto di versionig di un prodotto/servizio. In questo caso il produttore decide di erogare i propri prodotti/servizi gratuitamente nella versione base ma far pagare le versioni premium in modo tale che siano capaci di sussidiare le versioni gratuite.
L'ultimo modello (FREE4) prevede l'erogazione di prodotti/servizi in cambio di attenzione e reputazione. Questo modello può essere adatto a servizi innovativi che vogliono farsi conoscere o a servizi scadenti che si sono migliorati e si propongono gratuitamente per far apprezzare i propri miglioramenti.

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