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venerdì 19 giugno 2009

Il Turismo come industria





















Arriva l'Estate e si pensa subito alle vacanze.
Mi viene da pensare al lavoro degli operatori turistici e degli organi istituzionali di competenza.
Infatti da poco (relativamente) è stato istituito il Ministero del Turismo; e cosa dovrebbe fare questo ministero? Promozione?
Ma è possibile che quando si parla di turismo l'unica cosa che viene in mente sia la promozione?
Io piuttosto riconsidererei le priorità in questo settore che può tanto ma che in Italia ha subito gravi flessioni.
Ad esempio a livello locale si dovrebbe elaborare una propria strategia cercando di delineare:
  • Clienti: ovvero identificare il target che frequenta il territorio o eventualmente a cui ci vogliamo rivolgere. L'identificazione del target ci aiuta nel comprendere i due sucessivi punti.
  • Esigenze: il turista identificato come "ideale" che necessità deve soddisfare? appare chiaro che i giovano abbiamo delle esigenze diverse da famiglie o anziani proprio per la loro natura intrinseca.
  • Aspettative: capire cosa si aspettano da noi e per quale motivo ci hanno scelto; questo punto può esssere visto come un rafforzamento del differenziale competitivo della località o se manca all'individuazione di una strategia che porti alla creazione del differenziale competitivo.
Una volta delineato il profilo del "turista ideale" si può passare alla creazione dell'offerta turistica sia in termini di pacchetto di soggiorno (magari in collaborazione con qualche grande tour operator) ma anche al piano di attività proposte (per il breve periodo) ed investimenti da fare (in ottica lungo periodo). Dopo questo si può passare a fare una promozione altamente targettizzata sul "turista ideale".
Un approccio di questo genere se corretamente interpretato può portare a dei benefici di immagine ed ad una fidelizzaizone del cliente che nel campo del turismo, come in molti latri, costa meno che acquisire un nuovo cliente.
Fin quì tutto torna!
Il problema è che tutto ciò si verifica in pochissime località della nostra penisola.
Quindi più che fare promozione perchè le istituzioni adibite a questo settore non si mobilitano per portare una visione strategica nel frammentato settore turistico (per lo più a conduzione familiare)?
A livello centrallizzato al massimo si può fare promozione per il brand Italia non certamente per le singole località, come viene fatto da ENIT (Ente Nazionale Italiano per il Turismo) nello spot pubblicitario seguente.
Inoltre una considerazione interessante da fare è che con i costi necessari per fare una campagna di promozione efficace potrebbe risultare conveniente puntare sulla fidelizzazione del cliente, il che porterebbe a dei costi di mantenimento della clientela più bassi.


lunedì 8 giugno 2009

Stakeholder o shareholder?

Ogni imprese, nel corso del suo esercizio, si confronta con le richieste degli azionisti (shareholder) e con i "portatori di interessi" non proprietari di azioni dell'impresa (stakeholder).
I primi hanno sempre posto delle aspettative sui risultati della gestione dell'impresa in quanto possessori del "capitale di rischio" dell'impresa stessa.
Ma nel corso dell'attuale recessione economica questa capacità d'influenzare le scelte strategiche è stata delegittimata dai governi nazionali che si sono investiti del ruolo di rappresentanti degli stakeholder.
Situazione alquanto inconsueta visto che in alcuni casi i Governi hanno trattato la cessione di assets al posto dei legittimi proprietari. Questo per cercare di fornire le opportune garanzie agli stakeholder ma anche perché spesso il governo elargisce aiuti non indifferenti.
Ma in quest'ottica l'azionista sembra delegittimato!
In realtà ogni azionista spera che il proprio capitale di rischio investito sia redditivo, la gestione del capitale tuttavia non è di sua esclusiva competenza (infatti la gestione è separata dalla proprietà), perciò il suo interesse non dovrebbe concentrarsi sulle decisioni ma sui risultati.
Quindi i Governi che fronteggiano realtà economiche in difficoltà non solo devono "consigliare" scelte strategiche nell'interesse degli stakeholder che rapresenta ma anche nell'interesse degli shareholder quindi optare per scelte strategiche che brucino il valore dell'azienda.

sabato 6 giugno 2009

L'innovazione in Italia

Mi permetto di pubblicare il post di Giuseppe Fina, in arte  Cubasia, nel Blog dell'Istituto per l'Innovazione d'Impresa:

"Come nasce l'innovazione?
Io sono propenso a pensare che l'innovazione sia simile ad un fiore che cresce in un campo coltivato, curato ed in una condizione favorevole.
Faccio un passo nel passato per poi ricondurmi al presente.
Firenze, 1505-1510, tre geni (ma ne potrei elencare altri) si incontrano, Michelangelo, Leonardo, Raffaello.
Come fu possibile che nel breve periodo di un ventennio l'Italia fu capace di sfornare talenti a ripetizione, cosi dotati che le loro opere sono ammirate da tutto il mondo e le loro idee sono ancora per molti fonte d'ispirazione e di novità?!
Certo, molto vi misero di loro, ma osserviamo da vicino le caratteristiche del loro mondo.
Tutti avevano dei maestri eccezzionali e secoli, o millenni nel caso della scultura, di pratiche consolidate ed affinate da tanti altri maestri prima di loro.
Paragonando questo al nostro modo di vivere potremmo dire che avevano delle scuole di prim'ordine e delle università formidabili che coltivavano i loro talenti dandogli la possibilità di sperimentare, cioè li finanziavano.
Inoltre avevano un mercato fecondo in cui i loro servizi erano richiesti ed apprezzati. Questo ha dato loro la possibilità di ampliare le loro conoscenze, esplorare nuove prospettive e sperimentare.
Ed infine, gli era stata data carta bianca nella realizzazione dell'opera.
Certo, non esisteva all'epoca il concetto d'impresa, però, se parliamo d'innovazione, possiamo certo fare un confronto con la nostra situazione.

Scuole ed università.
Le scuole italiane sono allo sfascio, e non parlo solo in senso generale. La stessa logistica non è assicurata, chi può fa studiare i figli altrove e l'istruzione assicurata non prepara sufficientemente i nostri giovani per sfide più impegnative, anzi non gliele prospetta nemmeno.

Università.
E' terra di nessuno, si è soli nello sviluppo e nello studio. Nessun aggaccio con la società, nessun progetto finanziato, salvo pochi casi isolati di eccelelnza, nessun sbocco per la ricerca, nessuna concreta possibilità di vedere in qualche modo aver riconosciuto e mettere a frutto il merito e l'impegno profuso.

Imprese.
Le imprese si dannano per prendere i migliori e poi quando li hanno avuti non sanno che farsene. Sono troppo in gamba per loro, non gli danno spazio, non gli danno risorse, non ci sono opportunità.
L'idea stessa di affidare a dei giovani talenti settori importanti dell'impresa terrorizza.

Tra i 25 ed i 30 anni in USA troviamo ragazzi al vertice di aziende, il nuovo CIO nominato da Obama ha 34 anni ed ha un budget di 74 Miliardi di dollari !

Economia.
Economia significa sistema paese, ovvero leggi, ovvero governo.
Non scriverò qui cose che sanno tutti, ma mi limiterò solo a dire che non c'è economia o margini di sviluppo e d'innovazione se manca la trasparenza, senza trasparenza mancano gli investimenti e senza investimenti nessuna impresa verrà qui a cercarci.
Quelle che lo fanno è perchè hanno avuto assicurazioni sul loro futuro da chi sta li dove si può ciò che si vuole e le altre è meglio che si astengano dall'intervenire, vedi caso Alitalia dove di fatto è stato caldamente raccomandato a Lufthansa di astenersi da ogni offerta (Vedi servizio su Rai-Report).

Un solo dato: il tempo impiegato in Italia per sbrigare le pratiche richieste per impiantare un'azienda SPA è di circa 6 mesi, in USA è di 1 giorno (si può fare anche con un solo socio).
Per quanto riguarda poi la giustizia, emglio no parlare. L'indagine pubblicata è desolante.

Ed infine un'ultima considerazione sulla gestione delle risorse umane.
l'Innovazione arriva dai talenti, ovunque in USA (ma anche altrove) dove si vede il talento gli si da la possibilità di esprimerlo e di avanzare.
Dalla mia esperienza ultra ventennale in Italia si preferisce affidare ad esterni all'Azienda tutti i progetti ad alto valore aggiunto per non dover in seguito "ridisegnare" l'Organigramma.

(A questo proposito debbo dire che ultimamente ci sono pochi casi in cui si sta cambiando rotta, ma sono casi isolati e sempre dovuti a cambiamenti molto in alto dove , (per caso ?"), è finito un Emulo di Obama.)

La cosa più triste di tutto ciò è che vi sono professionisti in questo paese che il resto del mondo solo sogna di avere e che ora stanno facendo la gioia dei nostri concorrenti.

Nemo profeta in patria è un detto sempre attuale.

Stay Tuned"

mercoledì 3 giugno 2009

Problemi d'immagine

Problemi d'immagine per Alitalia.
Già perchè la nuova pubblicità (video sopra) cerca di legare la nuova Alitalia al passato della vecchia compagnia di bandiera. Non si può legare una nuova gestione alla precedente fallimentare esperienza  camuffandola per una fantomatica età dell'oro!
Un netto distacco permetterebbe anche ai consumatori di valutare il nuovo servizio senza il pregiudizio che si aveva per la precedente gestione cercando riconquistare l'immagine mediante l'esperienza (si spera positiva) del viaggiatore.
La nuova gestione dovrebbe incentrare le nuove strategie di marketing sul far percepire al consumatore cosa è cambiato: se non c'era bisogno di cambiare andava bene anche la gestione precedente.
Da una campagna pubblicitaria della nuova Alitalia mi sarei aspettato promozioni aggressive per riportare i viaggiatori sugli aerei Alitalia non una campagna di rilancio del brand rievocando antichi disastri.
Inoltre ci si poteva aspettare una più netta comunicazione che spiegasse quale fosse il posizionamento competitivo: è una compagnia low cost o punta sul servizio al cliente?
Cosa si deve aspettare un viaggiatore dall'Alitalia?
Che lo porti a destinazione? Lo fanno già tutti.....
Mi ricordo una vecchia pubblicità della TWA che mostrava come su i propri aerei ci fosse più spazio a disposizione per allungare la poltroncina: si capisce che la pubblicità punta a rimarcare il differenziale competitivo del comfort del viaggio!
Se questi sono gli inizi della nuova compagnia....   

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