Benvenuto

Ti rigrazio per essere entrato nel mio Blog!
Buona lettura...

sabato 27 febbraio 2010

Don't be evil....


"Don't be evil" è il motto della dotcom di Mountain View ma i magistrati italiani non la pensano allo stesso modo....
La condanna ai manager di Google ha sucitato molto interesse da parte della stampa estera, dal New York Times a Business Week passando per il Wall Street Journal i quali mostrano la lor perplessità sul mercato internet in Italia.
Prima alle prese con un'eccessiva burocratizzazione (con il decreto Gentiloni) ora anche con un magistratura confusa con legislazione del canale web.
Accusare Google in questo caso è come accusare il postino che recapita delle lettere minatorie, in quanto google non ha nessun obbligo sulla sorveglianza dei contenuti in quanto non è un editore bensì un link tra produttore e fruitori di contenuti (direttiva europea sull'e-commerce 2003).
Si potrebbe delegare l'attività di monitoraggio agli utenti stessi la segnalzione di contenuti inappropriati (in piena filosofia web 2.0) oppure attraverso l'accettazione di disclaimer blindati.
La stampa estera giudica questo contesto come la causa del rallentamento dell'economia italiana (business week), o un attacco alla democrazia della rete (Read Write Web) infine per Business Insider la sentenza è stata giudicata "di una stupidità imbarazzante".
Al di là delle critiche provenienti dall'estero è arrivato il momento di affrontare con serietà la legislazione del web abbandonando l'ottica oscurantista ma accettando la natura del web e riconoscendo il ruolo che gioca la tecnologia.

giovedì 25 febbraio 2010

I Giovani che non avanzano


Oggi leggevo sul blogroll un interessantissimo post di Competere nella complessità che condivido totalmente.
Mi piacerebbe approfondire dei temi proposti:

Attenzione più labile: denotata principalmente dalla vivacità intellettuale grazie al continuo stimolo da parte del mondo che ci circonda abituandoci al multitasking e a portare avanti in parallelo più task, il lato positivo è che siamo più predisposti a reggere lo stress.

Tempo di semina limitato: causato principalmente dalla scarsa fiducia che si ha nel sistema poco meritocratico e molto "ad personam", per cui si è sviluppata la facoltà di capire che le possibilità o ci sono o non ci sono e nel secondo caso conviene cambiare alla cerca di lidi più favorevoli. Una maggior certezza di criteri meritocratici permettere meglio di accettare un tempo di semina più lungo.

Idiosincrasia alla gerarchia: deriva principalmente dal web ma anche in una scarsa fiducia nel vertice visto per lo più come antagonista di cui si dubitano, a volte, le reali capacità

Una minore importanza al lavoro ai fini dell'autorealizzazione: causata prevalentemente dalle basse prospettive di crescita per cui si è inibiti a "puntare troppo" sul lavoro perchè potrebbe (con alta probabilità) non ripagare.


sabato 13 febbraio 2010

Perchè la fuga dei talenti


Questo non vuole essere il classico post che parla delle sventure dei giovani in Italia, vuole essere un'analisi delle dinamiche che hanno generato questo fenomeno di emigrazione "di qualità".
Dopo il benessere degli anni '80, ispirati dal boom degli Yuppies d'oltre oceano, in Italia i giovani hanno iniziato a d ambire a formazione di alto livello pressi istituti prestigiosi e corsi specializzati creando di fatto delle figure professionali di livello internazionale. Il naturale sviluppo di un paese si potrebbe dire. 
Fin qui tutto bene.
Ma poi ad un tratto il meccanismo si inceppa (rimando alla lettura di altri post) e si smette di crescere, lo sviluppo rallenta ed il mercato del lavoro si satura.
Nel frattempo sempre più giovani vanno all'Università alla ricerca di una formazione che possa permettergli un miglioramento del proprio status ma non ci sono sbocchi perchè il paese ha smesso di crescere.
A questo punti tutti auspicavano (e ci sperano tutt'ora) in un cambio al vertice per tornare a crescere invece nel frattempo si è creata un circolo vizioso che ha portato il mercato del lavoro ad una situazione Lock-In ovvero in cui è difficile scardinare i meccanismi dell'accesso al lavoro perchè chi poteva ha consolidato la propria posizione ed ha basato il suo business non sul dinamismo del mercato bensì sella rendita
per cui l'obiettivo diventa l'immobilità: nulla deve cambiare!
Meglio non rischiare che vedere il proprio status intaccato!
Intanto i giovani non trovando lavoro fanno Master, corsi di specializzazione esperienze all'estero... e diventano sempre più preparati in attesa dell'ingresso nel mercato del lavoro, ma se non si presidia il territorio si rimane fuori dai circoli. 
Allora forti delle proprie esperienze si sviluppa la coscienza comune di guardare oltre e si nota che gli latri paesi crescono ed hanno bisogno di persone qualificate e quindi si va fuori. Intanto il paese ha perso una generazione....
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. 

domenica 7 febbraio 2010

Le prospettive dell'augmented reality

 L'augmented reality è  la sovrapposizione di livelli informativi (elementi virtuali e multimediali, dati geolocalizzati etc) ad un flusso video che riprende la realtà di tutti i giorni.
L'augmented reality era già usata in ambiti militare ed elettromedicali ma grazie alla diffusione crescente di dispositivi mobili smart ha trovato applicazione anche nell'uso quotidiano.
L'augmented reality non è altro che una sorta di mash-up dinamico capace di interagire con l'ambiente circostante ed integrare informazioni aggiuntive.
Una delle applicazioni naturali dell'augmented reality può essere il riconoscimento di monumenti e l'integrazioni con le loro informazioni presenti ad esempio sul web o su di un database dell'applicazione.
Un altra interessante applicazione può essere l'interazione con l'ambiente circostante in modo da rispondere a delle richieste dell'utente; una sorte di incrocio tra un navigatore satellitare (in grado di  capire il posizionamento geografico ed impostare un percorso per arrivare a destinazione) e un motore di ricerca (per rispondere alle necessità che si pone l'utente).
Le prospettive di utilizzo sono molto interessanti e variegate rimane secondo me il problema della gestione dei livelli informativi che potrebbe essere particolarmente oneroso o inefficace; a fare la differenza dunque sarà la razionalizzazione delle informazioni da integrare.

lunedì 1 febbraio 2010

Apologia dell'e-Government

L'e-Government è un sistema che, grazie alle tecnologie informatiche, permette al cittadino di usufruire liberamente nel proprio domicilio dei servizi della Pubblica Amministrazione.
Questa pratica può essere sfruttata per portare efficienza  nella Pubblica Amministrazione italiana nonché un reale valore per i propri cittadini.
Ad esempio ogni comune, tramite dei sistemi di identificazione evoluti come ad esempio poteva essere la Carta d'Identità Digitale (diffusa per un breve periodo in via sperimentale in alcuni comuni d'Italia), avrebbe potuto riconoscere i propri cittadini anche via web ed avrebbe potuto mettere a loro disposizione tutti servizi erogati, ad esempio, dall'ufficio anagrafico evitando così al cittadino di risparmiare lunghe code agli sportelli, il comune d'altro canto risparmiava sia sulle stampe (carte ed inchiostro) che sul personale del front-office che sarebbe stato reimpiegato nel back-office in modo da aumentare la produttività.
Le potenzialità sono notevoli!
Il problema dell'e-Government è che in Italia si muove in maniera scoordinato e senza degli standard comuni a tutte le amministrazioni locali perdendo così spesso di efficacia.
E' un tema che deve essere assolutamente sviluppato perchè è una grande opportunità sia dal punto di vista dell'efficienza della PA che per un indotto informatico che può svilupparsi per supportare lo sviluppo e l'esercizio dei sistemi di e-Government.

Cerca nel blog