La recente notizia della probabile insolvenza della holding di Dubai "Dubai World" (debito di oltre 50 miliardi di $) pone l'attenzione sul piccolo emirato arabo.
Un emirato che di fatto è una cattedrale nel deserto in quanto non dispone delle ricchezze petrolifere del vicino emirato di Abu Dhabi ma è salito alla ribalta del grande pubblico grazie alle sviluppo immobiliare che l'ha caratterizzato negli ultimi anni.
Sviluppo immobiliare che ha permesso lo sviluppo del turismo (grazie anche alla compagnia aerea governativa Emirates) e dell'economia (grazie anche alle zone franche che permettono di attrarre investimenti dall'estero).
Ma a volte si deve tornare a fare i conti la logica: questo piccolo stato che negli ultimi decenni ha avuto tassi di crescita mostruosi ed ha visto salire il valore degli immobili all'inverosimile e quindi attraendo sempre maggiori investimenti adesso si trova a fare i conti con il crollo del settore immobiliare indotto dalla congiuntura economica e dalla scarsa liquidità delle banche (per lo più anglosassoni) che non hanno più pazienza di attendere il rientro dei debiti e battono cassa.
Il valore degli immobili non aveva il valore reale bensì fittizio: una classica bolla speculativa da manuale!
Si attendono le decisioni previste per l'inizio della prossima settimana da parte dell?emiro di Dubai sul da farsi; ma l'ipotesi più accreditata (sostenuta dagli analisti di UBS) è l'aiuto del vicino emiro di Abu Dhabi; che presenta un'economia un po' più solida sostenuta dai petrodollari.
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