Il titolo non è frutto di un delirio post-sbronza ma la sintesi (anche se un po’ criptica) di un’importante ricetta per il tessuto industriale ed economico italiano.
Che il tessuto economico ed industriale italiano sia frammentato non è una novità, non è neanche una novità ribadire la scarsa competitività internazionale delle imprese invece vorrei approfondire i concetti che ci sono dietro la necessità di unire più realtà industriali tra di loro.
Il contesto globale presenta un eccesso di offerta rispetto alla domanda e questo si traduce inevitabilmente in un consolidamento del mercato.
Ma cosa significa in termini spiccioli per l’azienda a conduzione familiare in fondo alla strada?
M&A? O per dirla all’italiana “Fusioni ed acquisizioni”?
Può essere certamente una strada ma non credo sia quella giusta per le PMI.
Piuttosto l’idea che dovrebbe guidarle è quella di FARE SISTEMA, cioè qualcosa in più dei noti distretti industriali: portare le aziende ad aggregarsi ma mantenendo la propria identità e le proprie core competencies.
Già ma in che modo?
Cercando sinergie da sfruttare e creando economie di scala dove possibile (per esempio centralizzando le classiche funzioni aziendali come l’IT, il marketing, gli acquisti…..).
Inoltre ci si può presentare sui mercati internazionali come un unico marchio avendo più peso e solidità alle spalle.
Tutto ciò permette all’imprenditore di trasformarsi in azionista ed ha la possibilità di affidare la gestione dell’organizzazione a manager di professione.
Questo concetto si può estendere a tutta la filiera in modo da raggiungere soluzioni organizzative maggiormente ottimizzate ed efficienti per fronteggiare le turbolenze dei mercati internazionali.
2 commenti:
più facile vederle fallire che vederle fonderle o collaborare le PMI in Italia
purtroppo
Vero, parlando con molti imprenditori locali mi hanno fatto le stesso tuo commento, per questioni di campanilismo ed attriti passati...
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