Questo non vuole essere il classico post che parla delle sventure dei giovani in Italia, vuole essere un'analisi delle dinamiche che hanno generato questo fenomeno di emigrazione "di qualità".
Dopo il benessere degli anni '80, ispirati dal boom degli Yuppies d'oltre oceano, in Italia i giovani hanno iniziato a d ambire a formazione di alto livello pressi istituti prestigiosi e corsi specializzati creando di fatto delle figure professionali di livello internazionale. Il naturale sviluppo di un paese si potrebbe dire.
Fin qui tutto bene.
Ma poi ad un tratto il meccanismo si inceppa (rimando alla lettura di altri post) e si smette di crescere, lo sviluppo rallenta ed il mercato del lavoro si satura.
Nel frattempo sempre più giovani vanno all'Università alla ricerca di una formazione che possa permettergli un miglioramento del proprio status ma non ci sono sbocchi perchè il paese ha smesso di crescere.
A questo punti tutti auspicavano (e ci sperano tutt'ora) in un cambio al vertice per tornare a crescere invece nel frattempo si è creata un circolo vizioso che ha portato il mercato del lavoro ad una situazione Lock-In ovvero in cui è difficile scardinare i meccanismi dell'accesso al lavoro perchè chi poteva ha consolidato la propria posizione ed ha basato il suo business non sul dinamismo del mercato bensì sella rendita
per cui l'obiettivo diventa l'immobilità: nulla deve cambiare!
Meglio non rischiare che vedere il proprio status intaccato!
Intanto i giovani non trovando lavoro fanno Master, corsi di specializzazione esperienze all'estero... e diventano sempre più preparati in attesa dell'ingresso nel mercato del lavoro, ma se non si presidia il territorio si rimane fuori dai circoli.
Allora forti delle proprie esperienze si sviluppa la coscienza comune di guardare oltre e si nota che gli latri paesi crescono ed hanno bisogno di persone qualificate e quindi si va fuori. Intanto il paese ha perso una generazione....
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Nessun commento:
Posta un commento