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mercoledì 25 marzo 2009

Il mercato del lavoro tra pubblico e privato


Recentemente la Fondazione Giovanni Agnelli ha pubblicato il suo annuale studio sull'andamento dell'istruzione in Italia. Emerge un quadro in cui l'unico fattore attraverso il quale si possono classificare i docenti l'anzianità.
Si avanza nelle graduatorie per anzianità, lo stipendio percepito aumenta con l'anzianità senza considerare parametri di performance del docente. Questo è molto grave in quanto non si può valutare se un docente compie bene o male il suo lavoro (non ci sono indicatori che valutino la qualità della didattica) sembra quasi che si intenda che più un docente è anziano e più sia bravo. Ma questa correlazione è tutta verificare perché in settori molto innovativi se un docente anziano non si aggiorna di frequente corre il rischio di preparare studenti su argomenti ormai obsoleti.
Inoltre il parametro dell'anzianità non dipende direttamente dall'individuo ovvero un docente non ha nessuna leva per poter modificare l'anzianità oltre ad aver pazienza ed aspettare.
Quindi manca del tutto un sistema che incentivi e metta in competizione i professori al fine di offrire un servizio pubblico sempre migliore.
Tale situazione rende il dipendente pubblico (non solo docenti) in una posizione privilegiata in quanto non avvertono le pressioni del mercato del lavoro privato dove si viene misurati in tutto e valutati sotto molteplici aspetti.
Senza considerare gli aspetti clientelari legati alle influenze politiche nella pubblica amministrazione.
La cosa più strana è che i dipendenti della pubblica amministrazione non si accontentano di questa situazione di intoccabili (licenziare un dipendente pubblico è praticamente impossibile) ma avanzano pretese continuamente.
Ora cosa dovrebbe pensare di loro un operaio in cassa integrazione o un dipendente alle prese con l'up or out????
Situazione alquanto anacronistica: ci troviamo di fronte ad una situazione di alto dinamismo e competizione sfrenata alla ricerca delle performance migliori perché ne vale della propria posizione dall'altro ci troviamo di fronte ad una situazione statica in cui ci si appella unicamente all'etica del lavoratore.
Sentire la pressione del mercato del lavoro nei dipendenti pubblici non può che giovare alla cittadinanza e forse stimolerebbe maggiormente anche i dipendenti che troverebbero motivazioni e stimoli anche attraverso meccanismi di incentivi economici e non.

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