Mentre la Fiat cerca di rilanciare il proprio futuro industriale cercando di raggiungere la massa critica per la sopravvivenza nel futuro mercato dell'automobile e si imbatti in scenari geopolitici ed economici particolarmente complessi i nostri politici parlano di Gossip e di copertine dei rotocalchi scandalistici.
Come se mentre la deriva di una nave i marinai cercassero in tutti i modi di dare una scossa alla comoda sedia del capitano appisolato su di essa.
L'affare OPEL si è rivelato più comlesso del previsto, già perchè il nodo della trattativa non si gioca nella sede dei proprietari dell'OPEL (Genaral Motors, ormai prossima al chapter 11) ma nei palazzi della cancelleria tedesca (che non detiene nessuna quota azionaria di OPEL).
La cordata concorrente di fiat dispone di importanti aiuti dalla banca di V. Putin, mentre la Fiat mette sul piatto le sue competenze industriali.
E in questo giochi di potere i politici se ne tirano fuori, un po' per incompetenza un po' perchè la situazione è più grande di loro.
Il Cavaliere, per non far torto al suo amico Putin, fa finta di difendersi dagli attacchi personali, dal'altra parte una sinistra inconsistente e povera di contenuti che spalleggia il cavaliere su temi alquanto leggeri e che non interessano agli italiani che affrontano la recessione debilitati da dieci anni di stagnazione economica.
In tutto questo si vede uno spiraglio positivo: una parte dell'Italia (impersonificata in Marchionne) che vuole ripartire appoggiandosi sulle proprie competenze e gettando uno sgaurdo all'estero senza paura di diventare dei Grandi del settore senza timori reverenziali.
Questo è un bel segnale lanciato da Marchionne ma che nessuno ha raccolta e nessuno ne ha fatto il simbolo di una possibile ripresa e un possibile rilancio della nostra Italietta che preferisca parlare di soubrettine e tronisti.
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