Già, le operazioni in corso, prima con Chrysler ed ora con Opel, sono proprio da manuale di Business school!
In un mercato in eccesso di offerta, come quello delle automobili, è necessario un consolidamento in pochi player del settore che si spartiranno la torta.
E Marchionne sta dimostrando tutta la volontà e le capacità necessarie per arrivare a mangiare un pezzo di questa torta.
Ma per accedere al tavolo della torta si deve raggiungere il vincolo delle 6 milioni di autovetture prodotte.
E quale via migliore per abbattere questo vincolo se non le acquisizioni?
Specialmente se acquisizioni non cash?
Sembra dunque che la Fiat voglia esserci a tutti i costi al tavolo della torta, seguendo il pensiero di Larry Ellison (patron di Oracle che sta sbaragliando la concorrenza a suon di acquisizioni più o meno ostili).
Ma l'aspetto negativo di questo scenario è l'aspetto occupazionale perchè specialmente con l'acquisizione di Opel si avrà una capacità produttiva sovradimensionata e a rimanere in piedi saranno solo gli impianti più competitivi in termini di tecnologia e costo del lavoro.
E con quest'ottica gli stabilimenti più penalizzati sono quelli italiani.
Non tanto per malagestione aziendale ma perchè viene a galla la bassa competitività del nostro paese che penalizza fortemente i comparti industriali.
Per troppo tempo lo stato ha garantito aiuti per stabilimenti inefficienti ed economicamente svantaggiosi ripartendo il costo ingiustamente sulla collettività.
Più tempo passa e più si vedono i danni causati dalle politiche assistenzialiste non selettive che hanno fatto crescere il debito pubblico senza creare vantaggi competitivi significativi ma solamente occupazione ingiustificata ed antieconomica.
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